Due Madri - il booktrailer - in libreria dal 14 aprile

mercoledì 16 aprile 2008

Omero, Verga, De Roberto e Lombardo... Lombardo?!

Alcuni di voi mi hanno chiesto cosa ne penso del risultato di queste elezioni. Ho ancora l'antiquata convinzione che un giornalista - specie se d'agenzia - debba sforzarsi di non lasciare trasparire il proprio orientamento politico. Ho sempre diffidato di quei giornalisti che del proprio schieramento fanno un vanto. Però ho notato tempo fa sul Corriere della Sera un'illuminante intervista a Raffaele Lombardo, presidente eletto della Regione Siciliana. Ne riporto alcuni stralci senza commento:
  • il primo invasore non è stato Garibaldi; è stato Ulisse. E il primo della lunga serie di scrittori che hanno umiliato i siciliani è Omero. Polifemo era il povero siciliano, un pecoraio che badava al gregge e vendeva il suo formaggio. Ulisse arriva dal mare, sconfigge il gigante cattivo, lo acceca, lo lascia per morto, e passa pure alla storia come il civilizzatore buono. Da lì comincia il saccheggio della mia isola, troppo ricca per non attrarre i predoni.
  • è tempo che l'intera nazione prenda coscienza del male che ci ha fatto Garibaldi: l'unità ci ha portato sottosviluppo, immigrazione, e un genocidio chiamato brigantaggio.
  • Non mi piace per nulla Verga e la sua immagine dei siciliani sconfitti, rassegnati, vinti. Non amo Pirandello, che invece ce li racconta complicati, imprevedibili, intricati. Non amo De Roberto (...) meno ancora mi piace Tomasi di Lampedusa

1 commento:

cristina ha detto...

Io come lei vorrei sfuggire al difetto nel considerare una persona semplicemente dalle sue conoscenze, dal suo passato o dal suo schieramento politico. Quindi non dirò se Lombardo mi piace come rappresentante della mia regione o meno. Non posso non commentare, però, quello che pensa di quegli scrittori che appartengono alle radici della mia terra. Mi dispiace che il signor Presidente non sappia riconoscere che c'è stato un tempo di vinti alla Verga, di complicati alla Pirandello, di personaggi che hanno acceso la fantasia di De Roberto o di Tomasi di Lampedusa. Forse questo non è altro che un ulteriore effetto di quello scollamento ormai radicato fra gli uomini politici e la gente, fra i rappresentanti e i rappresentati. Il nostro presidente dovrebbe fare un giro per la sua terra, dentro la terra, perchè padron Ntoni in alcune località non è ancora morto e Mattia Pascal è ancora allo specchio a chiedersi chi sia veramente. Come si fa a mettere da parte le parole di chi ha visto quello che non c'è stato possibile vedere? Populismo da vincitore o beata ignoranza?